antica divinità lunare; più tardi, considerata regina del cielo. Come tale la si ritenne figlia di Crono e di Rhea, sorella quindi di Zeus di cui divenne sposa. Fu madre di Ares, di Efesto, di Ebe. Di matronale bellezza, di impeccabili costumi, proteggeva la castità del matrimonio e la santità del parto.
Era moglie, nonché sorella maggiore, di Zeus.
Figlia di Crono e Rea, sorella e poi moglie di Zeus, era considerata, la sovrana dell'Olimpo. Fu brutalmente ingoiata dal padre appena nata, che intendeva ucciderla. Come tutti i suoi fratelli fu restituita alla vita grazie allo stratagemma ideato da Meti e attuato da Zeus. Fu allevata nella casa di Oceano e Teti, e poi nel giardino delle Esperidi o sulla cima del monte Ida sposò Zeus. Zeus amava segretamente Era già dal tempo in cui Crono regnava sui Titani, ma, come spesso accade ai giovani, non sapeva come fare a dichiararle il suo amore.
Era la dea del matrimonio e la sua continua lotta contro i tradimenti del consorte diede origine al tema ricorrente della "Gelosia di Era" che rappresenta lo spunto per quasi tutte le leggende e gli aneddoti relativi al suo culto[1]. La figura a lei corrispondente nella mitologia romana fu Giunone. I suoi simboli sacri erano la vacca ed il pavone.
Era veniva ritratta come una figura maestosa e solenne, spesso seduta sul trono mentre porta come corona il "Polos", il tipico copricapo di forma cilindrica indossato dalle dee madri più importanti di numerose culture antiche. In mano stringeva una melagrana, simbolo di fertilità e di morte usato anche per evocare, grazie alla somiglianza della sua forma, il papavero da oppio[2]. Omero la definiva la Dea dagli occhi "bovini" per l'intensità del suo regale sguardo.
I templi di Era costruiti in due dei luoghi in cui il suo culto fu particolarmente sentito, l’isola di Samo e l’Argolide, risalgono al VIII secolo a.C. e furono i primissimi esempi di tempio greco monumentale della storia (si tratta rispettivamente dell'Heraion di Samo e dell'Heraion di Argo).
Era, molto gelosa dei tradimenti del marito, odiava soprattutto Eracle, suo figliastro. La natura umana dell'eroe portò Era a odiare tutto il genere umano: conosciuta come la più vendicativa degli dèi, spesso usava gli uomini come autori del suo volere distruttivo. Era sceglieva i suoi guerrieri spedendo loro delle piume di pavone, animale a lei sacro.
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